frase adorno

Educare dopo Auschwitz significa non accettare la più piccola manifestazione del razzismo né la più piccola discriminazione, significa non contemplare il passato ma interrogarlo alla luce del presente. T.Adorno

venerdì 6 dicembre 2013

Il Blog Un cuore vigile

 
 Il cuore audace deve infondere nella ragione il suo calore vitale e la ragione deve perdere la sua astratta simmetria per ammettere l’amore e le pulsazioni della vita. Non possiamo più contentarci di una vita in cui il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. Il nostro cuore deve conoscere il mondo della ragione e la ragione deve essere guidata da un cuore vigile.”(Bruno Bettelheim, Il cuore vigile).

Questo blog nasce dalla collaborazione tra professori e studenti delle classi quarte del Liceo linguistico e di una terza Liceo Artistico dell'Istituto di Istruzione Superiore “Soleri-Bertoni” di Saluzzo.

Il lavoro mira a far nascere negli animi dei possibili lettori una profonda riflessione sul tema della cittadinanza, argomento tra l’altro continuamente discusso ai vertici della società. 

Chiunque visiterà il blog è invitato a soffermarsi sui vari punti affrontati da noi ragazzi, che abbiamo cercato in qualche modo di mostrare quanto il diritto alla cittadinanza sia strettamente legato ai pregiudizi verso lo straniero.

La xenofobia (dal greco ξενοφοβία, xenophobia, ossia "paura del diverso"; composto da ξένος, xenos, "estraneo, insolito" e φόβος, phobos, "paura") è, purtroppo, un fenomeno che ha sempre caratterizzato la storia dell’uomo. Il razzismo viene oggi superficialmente  considerato da molti come un sinonimo di xenofobia. Malgrado il significato dei due termini in parte si sovrapponga, occorre però sottolineare come il timore per il diverso, diverso per religione, razza o nazionalità, non significhi necessariamente razzismo, anche se il razzismo è almeno in parte il risultato di una fobia. Con il termine razzismo, inoltre, ci si riferisce alla discriminazione e/o fobia e/o odio verso gruppi sociali deboli, non economicamente, politicamente o culturalmente dominanti.

Partendo da questi presupposti siamo andati ad analizzare un periodo della storia in cui questa paura del diverso è diventata odio, che si è manifestato attraverso lo sterminio di un intero popolo: gli Ebrei, unitamente ad altri gruppi etnici (gli zingari soprattutto) e sociali.

Quando si parla di Shoah le nostre menti pensano subito alla seconda guerra mondiale e al nazionalsocialismo. È davvero questo il legame da stringere con la persecuzione a cui sono stati sottoposti gli Ebrei? Forse sarebbe giusto che noi tutti ci chiedessimo: come si è potuto  permettere un tale "macello" di uomini innocenti? Perché questa popolazione incuteva un tal  terrore da dover essere eliminata? L’uomo d’oggi conosce veramente cos’hanno dovuto affrontare i deportati ?

In questo blog si cerca di rispondere a tutte queste domande, affrontando da vicino la tematica della persecuzione e delle discriminazioni, nella speranza che chi lo visiterà voglia condividere con noi  la sua opinione, per uno scambio di idee che non potrà che portare ad un’apertura mentale verso i “perseguitati” d’oggi : gli immigrati.

Noi ragazzi del liceo Soleri-Bertoni abbiamo voluto in vari modi concretizzare il nostro duplice impegno: "fare memoria" di quello che la Shoah ha significato per la realtà a noi vicina e costruire "un cuore vigile", che ci permetta di cogliere nel presente le violazioni al diritto di cittadinanza che possono essere altrettanto pericolose. Tutto ciò si è sviluppato in tre prodotti, documentati con numerosi post di approfondimento, video e immagini nel nostro blog:

la traduzione dall'inglese del testo The fate of Holocaust memories di C.Roth, una delle sopravvissute tra gli Ebrei di St-Martin Vésubie, eseguita dalle classi quarte Linguistico A e B,
a cura delle prof G. De Chiesa e G. Foglino.

la rappresentazione dello spettacolo teatrale "Lettera da Varsavia" realizzata da alcuni alunni delle classi 4LA, 4LB e 3DB (Artistico).
a cura del dott. Valerio Dell'Anna e della prof. Francesca Galliano.

l'installazione all'Istituto Tapparelli di un'opera artistica a memoria degli Ebrei Moise Segre, sua moglie Emma e Marco Levi, che da lì furono deportati,
realizzata dagli alunni della 3DB a cura del pittore Piero Bolla e della prof. A. Clema.

Alla base delle concrete realizzazioni c'è stato un lungo percorso di formazione e ricerca, curato dalle proff. Carletti, Colonna, Comba, che ha riguardato le tre classi coinvolte e di cui il blog cerca di rendere visibile testimonianza, ripercorrendone le tappe suddivise nelle cinque principali etichette:

SHOAH
Abbiamo affrontato il tema dell’esodo degli ebrei di Saint-Martin Vésubie, partendo dalla lettura e dalla recensione del saggio di Alberto Cavaglion Nella notte straniera. Ci è servito per ricostruire il contesto storico del libro The Fate of Holocaust memories di Chaya H. Roth che abbiamo tradotto dall’inglese, grazie al quale siamo venuti a conoscenza della storia di quei 300 Ebrei che giunsero a Valdieri nel settembre del 1943 e da lì furono inviati al campo di Borgo Dan Dalmazzo e poi deportati.

Il 27 novembre ci siamo recati al centro ebraico di Torino, accompagnati dal presidente della comunità ebraica Giuseppe Segre, che durante la visita alla sinagoga ci ha dato un’ampia descrizione della religione ebraica e dei suoi fondamenti.  Nella stessa giornata si è tenuta la visita al Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà e in particolare alla mostra su “Sport e Nazismo”, arrivata dal Mémorial de la Shoah di Parigi .

In questi mesi alcuni alunni hanno partecipato in orario extracurriculare al progetto che mira alla rappresentazione teatrale della Lettera da Varsavia, che si terrà a Saluzzo il 6-7 febbraio in occasione della “Giornata della Memoria”.

“CHAYA'S MEMORIES”
Abbiamo inserito qui due capitoli significativi della nostra traduzione dall’inglese del libro-memoria di Chaya Roth; dopo l’esperienza della persecuzione razziale e della fuga da St-Martin Vésubie, ora vive a Chicago e con lei siamo entrati in contatto la scorsa estate grazie all’opera di S. Capellaro dell’Associazione “Biandrata”.

EBREI A SALUZZO
Partendo dalla visione del video “Com’è bella Saluzzo, dove tutti vogliono bene agli ebrei” realizzato da altri ragazzi della nostra scuola nel 2010, abbiamo ricostruito le vicende in cui sono incorsi gli Ebrei residenti a Saluzzo negli anni del fascismo italiano, in particolare dopo la data di pubblicazione delle leggi razziali del 1938.

Dopodiché i professori hanno pensato fosse utile e interessante portare noi ragazzi a visitare le “Tracce del ricordo”, che segnano a Saluzzo i luoghi in cui vivevano gli ebrei che furono deportati.

I nostri compagni del Liceo Artistico hanno continuato questo percorso assistendo all’intervento, nella sinagoga locale, di Sandro Capellaro (Presidente dell’Associazione “Giorgio Biandrata”) e della prof. Mariella Carena, che hanno loro spiegato dettagliatamente la storia della comunità ebraica saluzzese.  

Il 13 novembre siamo riusciti ad organizzare un incontro con la prof. Adriana Muncinelli, che si occupa di ricostruire la storia degli oltre 300 ebrei giunti nella provincia di Cuneo da ben 17 nazioni diverse, in particolare dell’Europa centro-orientale. Grazie al suo lavoro,  a settant'anni dall'8 settembre e dall'occupazione tedesca dell' Italia settentrionale, di un terzo di loro si conoscono storie e percorsi. L' ultimazione dell' indagine della storica permetterà, presto, di scrivere le biografie degli altri. Non saranno così più soltanto nomi e cognomi, a volte sbagliati, segnati in fretta sui registri della morte. La professoressa Muncinelli si è interessata inoltre alla storia degli Ebrei saluzzesi che hanno subito la persecuzione e la deportazione ad Auschwitz. Erano circa 45 alla fine del 1938 ed abbiamo cercato di ricostruirne la vita e i legami familiari per sentirci a loro più vicini. Proprio da questo incontro è emerso che tre anziani ebrei di Saluzzo furono deportati durante il loro ricovero presso il “Tapparelli”. Nasce così l’idea di un’istallazione di  tipo artistico, di cui si occuperanno in particolare i ragazzi del liceo artistico, che verrà portata a compimento entro la primavera 2014 e che fin da oggi ha un titolo significativo, tratto da un verso di Novalis: “Ogni ricordo è il presente”.

RAZZISMI
Per affrontare il tema della Shoah siamo partiti da un discorso più ampio e generale,  andando ad analizzare da vicino quanto importante sia il diritto alla cittadinanza e per quali motivi e in che modo esso possa essere negato all’uomo.

Con il contributo delle proff. di storia M. Colonna e P. Comba , abbiamo approfondito lo studio del periodo storico che va dal 1938 al 1945, in particolare ci siamo soffermati e abbiamo incentrato il nostro discorso sulle Leggi razziali e la loro emanazione in Italia e Germania. Noi tutti studenti abbiamo trovato l’argomento molto interessante, nonostante i nostri occhi increduli , ma questo è comprensibile poiché siamo “figli” del tardo XX secolo e alcune cose ci appaiono davvero impossibili.

Per ampliare questa tematica abbiamo intrapreso una lunga ricerca, che si è conclusa con la scoperta dei molteplici genocidi che purtroppo sono avvenuti nel mondo tra il 1900 e il 2000, a causa del pieno diritto di cittadinanza negato a minoranze etniche e religiose.

CITTADINI OGGI?
Per capire meglio il concetto ed il valore della cittadinanza abbiamo partecipato ad una lezione il 30 novembre , tenuta dalla prof. di diritto E. Di Bari , che ci ha illustrato da un punto di vista giuridico l’acquisizione del diritto alla cittadinanza e con quale procedimento esso venga concesso in Italia, in altri paesi in Europa e negli Stati Uniti.

Contemporaneamente si è portato a termine il lavoro in latino, riguardante la cittadinanza nel mondo romano, che ha dato modo a noi alunni di farci un’idea del significato, molto diverso da quello di oggi, che essa aveva nell’antichità.

Il  6 novembre abbiamo avuto l’opportunità di parlare con un ragazzo senegalese di nome Salif, che, accompagnato dall'educatore Lele Odiardo, ha descritto i grandi problemi dell’immigrazione in Italia e nello specifico ci ha illustrato le gravi condizioni in cui vivono gli stranieri a cui è negata la cittadinanza, a Saluzzo. Vedere le foto drammatiche di questi uomini accampati al Foro Boario costretti a vivere in totale precarietà, ci ha aiutato a riflettere .

Infine, con la prof. M. Aimone, abbiamo imparato a fare un blog e la cosa ci ha riempito d’orgoglio!

Riprendendo la bellissima espressione creata da B. Bettelheim, abbiamo deciso di chiamarlo “Un cuore vigile”, quello che sarà d’ora in avanti il nostro impegno.

 Sabrina Decostanzi



Nessun commento:

Posta un commento