“Il cuore audace deve infondere nella
ragione il suo calore vitale e la ragione deve perdere la sua astratta
simmetria per ammettere l’amore e le pulsazioni della vita. Non possiamo più
contentarci di una vita in cui il cuore ha le sue ragioni che la ragione non
conosce. Il nostro cuore deve conoscere il mondo della ragione e la ragione
deve essere guidata da un cuore vigile.”(Bruno Bettelheim, Il cuore vigile).
Questo blog nasce dalla collaborazione tra professori e studenti delle
classi quarte del Liceo linguistico e di una terza Liceo Artistico
dell'Istituto di Istruzione Superiore “Soleri-Bertoni” di Saluzzo.
Il lavoro mira a far nascere negli animi dei possibili lettori una profonda
riflessione sul tema della cittadinanza, argomento tra l’altro continuamente
discusso ai vertici della società.
Chiunque visiterà il blog è invitato a soffermarsi sui vari punti
affrontati da noi ragazzi, che abbiamo cercato in qualche modo di mostrare
quanto il diritto alla cittadinanza sia strettamente legato ai pregiudizi verso
lo straniero.
La xenofobia (dal greco ξενοφοβία, xenophobia, ossia "paura del
diverso"; composto da ξένος, xenos, "estraneo, insolito"
e φόβος, phobos, "paura") è, purtroppo, un fenomeno che ha
sempre caratterizzato la storia dell’uomo. Il razzismo viene oggi
superficialmente considerato da molti come un sinonimo di xenofobia.
Malgrado il significato dei due termini in parte si sovrapponga, occorre però
sottolineare come il timore per il diverso, diverso per religione, razza o
nazionalità, non significhi necessariamente razzismo, anche se il razzismo è
almeno in parte il risultato di una fobia. Con il termine razzismo,
inoltre, ci si riferisce alla discriminazione e/o fobia e/o odio verso
gruppi sociali deboli, non economicamente, politicamente o culturalmente
dominanti.
Partendo da questi presupposti siamo andati ad analizzare un periodo
della storia in cui questa paura del diverso è diventata odio, che si
è manifestato attraverso lo sterminio di un intero popolo: gli Ebrei,
unitamente ad altri gruppi etnici (gli zingari soprattutto) e sociali.
Quando si parla di Shoah le nostre menti pensano subito alla seconda guerra
mondiale e al nazionalsocialismo. È davvero questo il legame da stringere
con la persecuzione a cui sono stati sottoposti gli Ebrei? Forse sarebbe giusto
che noi tutti ci chiedessimo: come si è potuto permettere un tale
"macello" di uomini innocenti? Perché questa popolazione incuteva un
tal terrore da dover essere eliminata? L’uomo d’oggi conosce veramente
cos’hanno dovuto affrontare i deportati ?
In questo blog si cerca di rispondere a tutte queste domande, affrontando
da vicino la tematica della persecuzione e delle discriminazioni, nella
speranza che chi lo visiterà voglia condividere con noi la sua opinione,
per uno scambio di idee che non potrà che portare ad un’apertura mentale verso
i “perseguitati” d’oggi : gli immigrati.
Noi ragazzi del liceo Soleri-Bertoni abbiamo voluto in vari modi
concretizzare il nostro duplice impegno: "fare memoria" di quello che
la Shoah ha significato per la realtà a noi vicina e costruire "un cuore
vigile", che ci permetta di cogliere nel presente le violazioni al diritto
di cittadinanza che possono essere altrettanto pericolose. Tutto ciò si è
sviluppato in tre prodotti, documentati con numerosi post di approfondimento, video e immagini nel nostro blog:
la traduzione dall'inglese del testo The fate of Holocaust memories di
C.Roth, una delle sopravvissute tra gli Ebrei di St-Martin Vésubie, eseguita
dalle classi quarte Linguistico A e B,
a cura delle prof G. De Chiesa e G. Foglino.
la rappresentazione dello spettacolo teatrale "Lettera da
Varsavia" realizzata da alcuni alunni delle classi 4LA, 4LB e 3DB
(Artistico).
a cura del dott. Valerio Dell'Anna e della prof. Francesca Galliano.
l'installazione all'Istituto Tapparelli di un'opera artistica a memoria
degli Ebrei Moise Segre, sua moglie Emma e Marco Levi, che da lì furono
deportati,
realizzata dagli alunni della 3DB a cura del pittore Piero Bolla e della
prof. A. Clema.
Alla base delle concrete realizzazioni c'è stato un lungo percorso di
formazione e ricerca, curato dalle proff. Carletti, Colonna, Comba, che ha
riguardato le tre classi coinvolte e di cui il blog cerca di rendere visibile
testimonianza, ripercorrendone le tappe suddivise nelle cinque principali
etichette:
SHOAH
Abbiamo affrontato il tema dell’esodo degli ebrei di Saint-Martin Vésubie,
partendo dalla lettura e dalla recensione del saggio di Alberto Cavaglion Nella
notte straniera. Ci è servito per ricostruire il contesto storico del libro
The Fate of Holocaust memories di Chaya H. Roth che abbiamo tradotto
dall’inglese, grazie al quale siamo venuti a conoscenza della storia di quei
300 Ebrei che giunsero a Valdieri nel settembre del 1943 e da lì furono
inviati al campo di Borgo Dan Dalmazzo e poi deportati.
Il 27
novembre ci siamo recati al centro ebraico di Torino, accompagnati dal
presidente della comunità ebraica Giuseppe Segre, che durante la visita alla
sinagoga ci ha dato un’ampia descrizione della religione ebraica e dei suoi
fondamenti. Nella stessa giornata si è tenuta la visita al Museo Diffuso
della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà
e in particolare alla mostra su “Sport e Nazismo”, arrivata dal Mémorial de la
Shoah di Parigi .
In
questi mesi alcuni alunni hanno partecipato in orario extracurriculare al
progetto che mira alla rappresentazione teatrale della Lettera da Varsavia,
che si terrà a Saluzzo il 6-7 febbraio in occasione della “Giornata della
Memoria”.
“CHAYA'S MEMORIES”
Abbiamo inserito qui due capitoli significativi della nostra traduzione
dall’inglese del libro-memoria di Chaya Roth; dopo l’esperienza della
persecuzione razziale e della fuga da St-Martin Vésubie, ora vive a Chicago e
con lei siamo entrati in contatto la scorsa estate grazie all’opera di S. Capellaro
dell’Associazione “Biandrata”.
EBREI A SALUZZO
Partendo dalla visione del video “Com’è bella Saluzzo, dove tutti vogliono
bene agli ebrei” realizzato da altri ragazzi della nostra scuola nel
2010, abbiamo ricostruito le vicende in cui sono incorsi gli Ebrei
residenti a Saluzzo negli anni del fascismo italiano, in particolare dopo la
data di pubblicazione delle leggi razziali del 1938.
Dopodiché i professori hanno pensato fosse utile e interessante portare noi
ragazzi a visitare le “Tracce del ricordo”, che segnano a Saluzzo i luoghi in
cui vivevano gli ebrei che furono deportati.
I nostri compagni del Liceo Artistico hanno continuato questo percorso
assistendo all’intervento, nella sinagoga locale, di Sandro Capellaro
(Presidente dell’Associazione “Giorgio Biandrata”) e della prof. Mariella
Carena, che hanno loro spiegato dettagliatamente la storia della comunità
ebraica saluzzese.
Il 13 novembre siamo riusciti ad organizzare un incontro con la prof.
Adriana Muncinelli, che si occupa di ricostruire la storia degli oltre 300
ebrei giunti nella provincia di Cuneo da ben 17 nazioni diverse, in particolare
dell’Europa centro-orientale. Grazie al suo lavoro, a settant'anni dall'8 settembre e
dall'occupazione tedesca dell' Italia settentrionale, di un terzo di loro si
conoscono storie e percorsi. L' ultimazione dell' indagine della storica
permetterà, presto, di scrivere le biografie degli altri. Non saranno così più
soltanto nomi e cognomi, a volte sbagliati, segnati in fretta sui registri
della morte. La professoressa Muncinelli si è interessata inoltre alla storia
degli Ebrei saluzzesi che hanno subito la persecuzione e la deportazione ad
Auschwitz. Erano circa 45 alla fine del 1938 ed abbiamo cercato di ricostruirne
la vita e i legami familiari per sentirci a loro più vicini. Proprio da questo
incontro è emerso che tre anziani ebrei di Saluzzo furono deportati durante il
loro ricovero presso il “Tapparelli”. Nasce così l’idea di un’istallazione
di tipo artistico, di cui si occuperanno in particolare i ragazzi del
liceo artistico, che verrà portata a compimento entro la primavera 2014 e che
fin da oggi ha un titolo significativo, tratto da un verso di Novalis: “Ogni ricordo è il presente”.
RAZZISMI
Per
affrontare il tema della Shoah siamo partiti da un discorso più ampio e
generale, andando ad analizzare da vicino quanto importante sia il
diritto alla cittadinanza e per quali motivi e in che modo esso possa essere
negato all’uomo.
Con il
contributo delle proff. di storia M. Colonna e P. Comba , abbiamo approfondito
lo studio del periodo storico che va dal 1938 al 1945, in particolare ci siamo
soffermati e abbiamo incentrato il nostro discorso sulle Leggi razziali e la
loro emanazione in Italia e Germania. Noi tutti studenti abbiamo trovato
l’argomento molto interessante, nonostante i nostri occhi increduli , ma questo
è comprensibile poiché siamo “figli” del tardo XX secolo e alcune cose ci
appaiono davvero impossibili.
Per
ampliare questa tematica abbiamo intrapreso una lunga ricerca, che si è
conclusa con la scoperta dei molteplici genocidi che purtroppo sono avvenuti
nel mondo tra il 1900 e il 2000, a causa del pieno diritto
di cittadinanza negato a minoranze etniche e religiose.
CITTADINI
OGGI?
Per
capire meglio il concetto ed il valore della cittadinanza abbiamo partecipato
ad una lezione il 30 novembre , tenuta dalla prof. di diritto E. Di Bari , che
ci ha illustrato da un punto di vista giuridico l’acquisizione del diritto alla
cittadinanza e con quale procedimento esso venga concesso in Italia, in altri
paesi in Europa e negli Stati Uniti.
Contemporaneamente
si è portato a termine il lavoro in latino, riguardante la cittadinanza nel
mondo romano, che ha dato modo a noi alunni di farci un’idea del significato,
molto diverso da quello di oggi, che essa aveva nell’antichità.
Il
6 novembre abbiamo avuto l’opportunità di parlare con un ragazzo senegalese di
nome Salif, che, accompagnato dall'educatore Lele Odiardo, ha descritto i
grandi problemi dell’immigrazione in Italia e nello specifico ci ha illustrato
le gravi condizioni in cui vivono gli stranieri a cui è negata la cittadinanza,
a Saluzzo. Vedere le foto drammatiche di questi uomini accampati al Foro Boario
costretti a vivere in totale precarietà, ci ha aiutato a riflettere .
Infine,
con la prof. M. Aimone, abbiamo imparato a fare un blog e la cosa ci ha
riempito d’orgoglio!
Riprendendo
la bellissima espressione creata da B. Bettelheim, abbiamo deciso di chiamarlo
“Un cuore vigile”, quello che sarà d’ora in avanti il nostro impegno.
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